martedì 29 luglio 2014

segue "Margarita's..."viaggio in Patagonia di Mazzoli Attilio di Cesenatico

All'alba del giorno dopo il sole ha fatto subito capolino ,facendo presagire una buona giornata.
Colazione, solito appuntamento ai "murales" del edificio della Posta, e via di corsa a prendere un'altro di quei minibus che si arrampicano come ragni per le strade scoscese dei dintorni di Ushuaia.
Rodin sorrideva sotto i baffi perchè nella veci di tour operator aveva organizzato tutto lui. A me stava bene così,anche perchè ci sapeva fare.
Costeggiato per un breve tempo il Rio Esperanza , ci siam portati presto alle falde dei Monti Martiales e siam scesi in una piazzola dove c'è un impianto di risalita.
Qui, per mezzo della segiovia abbiamo raggiunto in quota il rifugio del Club Andino nei cui pressi si trova la Laguna del Diablo.
Dal rifugio, dopo una faticosa salita di due ore, superato in altezza il limite della foresta, siam giunti tra creste e dossi alla base del Ghiacciaio Martial.
Male equipaggiati e facendo molta attenzione, abbiamo cominciato a procedere sulla superficie innevata . L'aria rarefatta ci bruciava la gola.

sabato 26 luglio 2014

"Margarita's...."viaggio in Patagonia di Mazzoli Attilio di Cesenatico

....Ad escursione conclusa ci siam rintanati pure noi dentro all'Osteria Alakush e per scaldarci ci siam seduti cicino ad uno scoppiettante cammino tenendo tra le mani un fumante e corroborante bicchiere di tè.
Rientrando ad Ushuaia faceva già buio.E siccome per quel giorno ne avevamo avuto abbastanza, Rodin ed io ci siamo di nuovo separati per andare ogniuno al proprio alloggio. Lui alla sua bella reggia ed io al mio nido di falco....
La mattina seguente eravamo impegnati ogniuno per  i fatti nostri ,con la promessa che a mezzogiorno ci saremmo ritrovati al "murales" delle Poste per andare in un ristorante a mangiare la "centolla". Una specie di grosso granchio specialità culinaia del luogo.
Alla mezza circa, Rodin e arrivato in compagnia di una ragazza argentina invitata a pranzo, che faceva la commessa in una gioielleria. L'aveva conosciuta ha detto lui a forza di ficcare il naso
nelle vetrine dei negozi di preziosi che attiravano tanto la sua attenzione.
Consigliato da lei, mi disse che avrebbe voluto acquistare se gli riusciva, qualche oggetto di valore a buon mercato. Evidentemente il suo budget più alto del mio glie lo permetteva, perchè sembrava che non volesse lasciare la Patagonia senza concludere un buon affare.
Ma forse non è riuscito nel suo intento, visto che in seguito non me ne ha più parlato.
Rodin era fatto così. Non stava fermo un minuto e la sua mente fervida non conosceva tregua. A conferma che per il giorno dopo aveva prenotato anche per me una nuova escursione al ghiacciaio Martial. (segue)

martedì 22 luglio 2014

"Margarita's family house", viaggio in Patagonia

Ritornati alla biforcazione dei sentieri, ci siamo diretti al Canadon del Toro, dove c'è l'Osteria Alakush dove ci si sofferma per ristorarci .
Lasciata la comitiva al caldo, Rodin ed io ci siamo allontanati sotto una fastidiosa piogerellina e l'incalzare del vento ,con l'intezione di esplorare i dintorni.
Costeggiando parte del Lago Roca  che si trova al confine fra Chile e Argentina ci siamo inoltrati pian piano nel cuore di una zona umida , boscosa ed altrettanto selvaggia.
L'intero lago di undici km.,si trova richiuso ed imprigionato tra cupe foreste e montagne impervie. Poprio su una di queste, il Cerro Guanaco, ci siamo arrampicati con difficoltà tra alberi secolari e massi che ad ogni passo ostacolavano la nostra ascesa.
Avremmo voluto raggiungere l'altezza che segna il limite del bosco per poter fotografare la cima innevata ed accuminata come una lama. Ma ci siamo illusi, poichè  la foresta non finiva mai e sul più bello abbiamo dovuto fermarci davanti a una muraglia con una cascata che ci impediva di continuare.
A questo punto col rischio di perderci,di comune accordo abbiam deciso di far marcia indietro. Il ritorno però non è stato facile, e intravisto nuovamente il lago abbiam tirato un sospiro di sollievo. Esploratori del cavolo !(sic !)
Riprendendo il sentiero che portava all'Osteria siam passati vicino all'Isola dei Salmoni collegata con un ponticello che collega le sponde d'un canaletto d'acqua cristallina.
E poi tutta una serie di lagune e torrentelli che portano nella zona di una colonia di castori.
Dove si pone lo sguardo, è tutto un intrico di montagne e di foreste che gli unici a conoscerle sono stati forse gli indigeni ora scomparsi. (segue).....



lunedì 21 luglio 2014

"Margarita's family house" ovvero vaiaggio in Patagonia di Attilio Mazzoli

Il mattino dopo, al'Ufficio Postale ,proprio davanti al grande "murales" che rappresenta gli indigeni della Terra del Fuoco, ho ritrovato Rodin .Come al solito fresco come una rosa ,intrapprendente e di buon umore:
"Holà,come hai passato la notte ? Sei ancora stanco ?" mi fa.
"Per niente !" gli ho risposto.
"Allora che ne dici di andare al Parco Nazionale ?"
"Okay, sono d'accordo !"
Una visita al Parque Nacional della Tierra del Fueco ,è certamente un'altro imperdibile itinerario per chi capita da queste parti.
Siam partiti con un minibus in direzione di Baia Lapataia e dopo qualche chilometro di asfalto abbiam preso una strada sterrata che ci ha portati ai piedi degli innevati monti Martiales coperti di garndi boschi a tratti impenetrabili. Di quando in quando apparivano anche radure con macchie color grigio formate schelettrici tronchi secchi e anneriti .
Colpa dell'intensa deforestazione effettuata in passato sia con gli incendi incendi per favorire i pascoli ,sia per reperire il legname da costruzione o per riscaldarsi.
La maggior parte di queso lavoro era svolto dai forzati che erano reclusi nel famigerato penitenziario di Ushuaia.
In quanto a noi a bordo del nostro pulmino, attraversato un ponte e seguendo la valle del Rio Pipo ,dopo dieci chilometri siam giunti all'entrata del Parco nazionale.
Un pò oltre l'ingresso,spunta in mezzo al bosco il tracciato della vecchia ferrovia dellan Colonia Penale utilizzata dai carcerati per il trasporto del materiale.
Più avanti, ad una biforcazione siamo scesi e prendendo a sinistra siamo arrivati ad un paraggio chiamato Ensenada, situato sulla riva del Canale di Beagle.
Di fronte su un'isola c'è una riserva di guanachi,animali simili al cervo ma senza corna.
Nei dintorni si possono osservare tumoli rilevanti dal terreno, che sono i resti delle scomparse popolazioni indigene .(segue)





giovedì 17 luglio 2014

"margarita's...." mazzoli Attilio viaggio in Patagonia

...Non so quant'era durata la mia estasi e che ora fosse. Nell'aria pungente della notte mi ritrovai a salire le vie per tornare al mio rifugio. In quel breve tratto alzando lo sguardo, fra una miriade di stelle la Croce del sud sembrava indicarmi la via e a ricordarmi che ovunque si vada c'è sempre una parte di cielo a vegliare su di noi.
Nel ostello tutti dormivano e cercando di non far troppo rumore ho salito le ci golanti scale in punta di piedi fino alla mia piccionaia . Nessuno si è svegliato giacchè il resto degli inquilini erano regolarmente raggomitolati nelle loro brande e a giudicare dal loro russare, profondamente addormentati.
Prima di coricarmi, dalla finestrella sopra al mio letto ho guardato un'ultima volta in sù verso quel australe firmamento stellato punteggiato di nuovi astri splendenti .
Mi è sembrato che la notte amicando mi facesse l'occhiolino affascinandomi con una spettacolare visione da fantascienza. Mi è venuta in mente canzone di Alan Parson "Eyes in the sky". Meravigliosa ! (segue)....

sabato 12 luglio 2014

"Margarita's....." il viaggio di Mazzoli Attilio in Patagonia

Al ritorno, navigando in mezzo al Canale di Beagle, un vento australe abbastanza pungente e sostenuto ci costrinse a rifugiarsi all'interno della cabina di comando. Qui malgrado lo spazio ridotto, il comandante ha offerto a tutti una tazza di te fumante che ci ha rigenerati .
Dopob essermi riscaldato un pò , sono uscito di nuovo in coperta .Avvolto dalla mia giacca a pelo mi sono steso dietro il rialzo della prua al riparo degli spruzzi, cercando di godermi le fino all'ultimo le immagini di quel paesaggio straordinario.
Approssimandoci al porto,sono rientrato in cabina col resto della combricola per unirmi ai loro entusiasmanti commenti.  Ci siam separati sul molo  con amichevoli pacche sulle spalle e congratulandoci a vicenda . Dopo di chè la compagnia si è sciolta e siam rimasti solo io e Rodin. A questo punto, pomeriggio tardi, pensavo che avremmo cenato insieme in qualche taverna di Ushuaia. Ma inaspettatamente lui m'ha detto che se ne sarebbe andato perchè aveva qualcosa da fare in albergo . Boh ! sul momento ho pensato che si sarebbe messo come di solito davanti a un maledetto computer per cercare non so cosa .
Affari suoi ! 
Dal canto mio, dopo aver trascorso la giornata in barca sentivo necessità di sgranchirmi le gambe ed ho preferito fare due passi per caratteristiche strade del centro della città.
Ormai imbruniva eb un vento fresco soffiava su tutta la baia ,avvolta nell'ombroso abbraccio delle sue montagne .
Bavero alzato e mani in tasca ho percorso la centrale Avenida San Martìn .Mentre scendeva la notte, mi soffermavo a curiosare davanti alle policrome insegne delle taverne e locali tipici, dal cui interno fuoriuscivano invitanti e gustosi sapori . Stranamente però non mi andava di entrare in nessun posto . Stavo bene così e non avevo bisogno d'altro. Preferivo annusare l'aria come un animale solitario ,percepirne ogni odore e sensazione , consapevole com'ero di trovarmi in un posto speciale che non avrei più rivisto .Un posto alla fine del mondo!
Passo dopo passo,prendendo una traversa sono sbucato ancora davanti ad un settore del porto dov'erano attraccate le navi da crocera per l'Antartide  con tutti gli oblò accesi in attesa di partire.
Le luci delle imbarcazioni alla fonda sembravano danzare sull'acqua....Su un promontorio un faro s'accendeva e spegneva ritmicamente penetrando il buio coi suoi fasci d'argento...
Sopra di me avevo un nuovo cielo con nuove stelle ...da dove venivo non aveva alcuna importanza . Il mio animo era leggero e la mia mente sgombra di ricordi . Tutto mi sembrava fiaba e sogno !(segue)


martedì 8 luglio 2014

"Margarita's family house" segue viaggio in Patagonia di Attilio

L'indomani al mio risveglio, il sole illuminava il mio covo lassù nella soffitta dove m'ero rannicchiato preannunciando una giornata di buontempo ,che qui generalmente è molto instabile. Mi sentivo tutto indolenzito.Non così Rodin che puntuale mi aspettava in strada per raccontarmi ,beato lui, gli agi del hotel in cui aveva dormito.
Dopo di chè fatti alcuni progetti,ci siamo recati al porto dove assieme ad un gruppetto di turisti ci siamo imbarcati in una piccola lancia a motore per fare la navigazione sul Canale di Beagle.
Questo canale fu batezzato col nome della nave del Capitano Fitz Roy, che ne esplorò il percorso insieme al famoso naturalista Darwin. Esso divide l'Isola Grande della Terra del Fuoco dove sta Ushuaia, dalle isole Hoste, Navarrino ed altre isole minori.
Su una di queste, e precisamente la desabitata Isola Bridges, siamo sbarcati dopo aver attraccato ad un piccolo pontile in legno. Abbiamo poi proseguito imboccando un tortuoso sentiero contornato di piante nane ed arbusti fioriti fino alla sommità dell'isola.
Discendendo,prossime alla riva ci siamo imbattuti in delle strane buche circolari ,annerite e disseminate di conchiglie. Erano i resti ,ci hanno detto, di antichi insediamenti degli indigeni Yàmanas che assieme agli Alakaluf vivevano nei labirinti dei canali della Terra del Fuoco.
Proseguendo la navigazione, ci siam soffermati davanti alla colonia d'animali dell'Isola Lobos per immortalare le otarie e i leoni marini che si croggiolavano al sole. Poi è stata la volta dell'Isola de los Pajaros, zeppa di cormorani intenti a nidificare, mentre sulle nostre teste volteggiavano nuvole di gabbiani e albatros.
Altri flash li abbiamo scattati quando siamo giunti ,quasi abbordandolo ,dinnanzi all'isolotto roccioso in mezzo al canale dove s'innalza il celebre Faro della Fine del mondo.
Per darvi un 'idea dello scenario in cui eravamo immersi, dirò che ad ovest il Canal di Beagle scompariva tra un dedalo di isole, e nella stessa direzione la Cordigliera Darwin splendeva al sole con le cime coperte di neve. A sud, le isole maggiori Hoste e Navarrino con le loro coste dirupate si protendevano minacciose sul Canale . A settentrione, un baluardo di montagne selvagge dai picchi aguzzi , striate di neve e coi fianchi coperti di foreste s'inabissavano in mare rendendo inaccessibile ogni approdo.
Un paesaggio davvero unico da lasciare a bocca aperta !  (segue)...