lunedì 30 giugno 2014

"Margarita's family House" il mio viaggio in Patagonia

La tranquilla e selvaggia esistenza di questi indigeni, terminò con una colonizzazione senza scrupoli,durante la quale furono cacciati come animali fino alla loro estinzione.
Gli episodi crudeltà dei bianchi nei loro confronti non si contano. Allevatori ,cacciatori ,cercatori d'oro e avventurieri senza scrupoli si accanirono verso gli aborigeni commettendo assassini ed ogni tipo di sopruso.
Basti pensare che era stato istituito anche un premio per chi consegnava un paio d'orecchi di indigeno o i seni di una donna! Questi aberranti episodi ,malgrado i pochi che ne presero la difesa portarono presto i popoli della Terra del Fuoco ad una rapida scomparsa.
Oggi Ushuaia, dopo un tetro trascorso di colonia penale , e risorta diventando grazie all'industria elettronica ed il flusso turistico una delle città argentine cresciute più in fretta. Possiede un eficente aeroporto e i suoi moderni edifici sono in sintonia col paesaggio .Inoltre  nell'area cittadina e nei suoi dintorni sorgono graziose casette dipinte di vivaci colori in perfetto stile fueghino.
Il vecchio penitenziario invece, tirato a lucido oggi è sede di un importante museo che testimonia il suo lugubre passato. Al suo interno oltre ai criminali ,venivano rinchiusi anche molti scomodi oppositori politici .Tutti i prigionieri erano destinati ai lavori forzati.  Fu così che per lunghi anni  centinaia di questi disperati  lavorando in condizioni estreme diedero il loro sofferto contributo allo sviluppo della comunità costruendo strade ,ponti e abbattendo alberi per fornire legname . Naturalmente anche il carcere fu eretto con le loro mani !(segue)...


giovedì 26 giugno 2014

"Margarita's family house" viaggio un Patagonia di Attilio Mazzoli

(segue) Tanto per dare come si suol dire "a Cesare quel che è di Cesare", devo aggiungere  che questo ostello in cui son capitato gode fama di essere un vero punto d'incontro dei routards provenienti da ogni parte e coi quali è possibile cambiare pareri ed acuisire utili informazioni . Molti scendono fin qui dopo aver visitato l'esotico nord dell'Argentina percorrendo la famosa Ruta 40 che permette di osservare i meravigliosi paesaggi andini.
Sono viaggiatori ammirevoli di cui al pianterreno ho potuto leggere le dediche e vedere le loro firme nel grosso album dei visitatori . E' evidente che non è negli alberghi di lusso,ma è in questi ostelli intrisi di sudore e zaini polverosi che si respira la vera atmosfera patagonica! Qui in mezzo alla più svariata umanità trovi da spartire le emozioni del viaggio.
l'avventura e la felicità di aver raggiunta una meta : Ushuaia l'estremo lembo del continente sudamericano !
Questo luogo in passato altro non era che uno sperduto villaggio nato attorno ad una malfamata colonia penale senza strade e difficilmente raggiungibile, se non via mare .
La sua storia è costellata di tragedie, esplorazioni ardite e naufragi tra un labirinto d'isole e di canali frequentati un tempo da primitive popolazioni ora scomparse : Onas,Selknan, Alakaluf e Yàmanas . Questi ultimi navigavano i canali fueghini su canoe ,vestivano nudi anche d'inverno sotto pelli di foca e si cospargevano il corpo di grasso di balena .
La loro esistenza si svolgeva pescando e si nutrivano di tutto ciò che ricavavano dal mare, poichè l'interno inospitale era cosparso di paludi e foreste impenetrabili.
Erano però i signori incontrastati di grandiosi paesaggi ,come pure le altre genti della Terra del Fuoco  che abitavano boschi e pianure incontaminate.(segue)....

lunedì 23 giugno 2014

Segue mio viaggio in Patagonia narrato in"Margarita's...."

Sì, il mio ostello era proprio lassù confuso col cielo.
Faccendo appello alle ultime energie che mi erano rimaste, raccolgo il mio fardello e inizio a salire una serie sinuosa di ripidi scalini sul fianco di una scarpata. Due o tre volte mi fermo per prendere fiato, finchè esausto raggiungo l'ingresso. Un grosso respiro. Ho appena la forza di suonare alla porta .... che giornata massacrante !
Penso fosse circa la mezzanotte quando dopo aver salito fino alla  mansada, poichè i piani sottostanti di quel nido d'acquila erano tutti occupati , mi sono potuto sdraiare finalmente in un letto spartano più simile a una branda . Chi se ne fregava ! Stanco morto com'ero m'è sembrato un letto da re ! In più ero in buona compagnia, già che i restanti  quattro letti erano occupati respettivamente da un giapponese, un brasiliano, uno spagnolo ed un inglese. Altro che suite tutta per sè, è così che si socializza !
Il bagno si trovava al piano sotto e per andarci bisognava scendere una scricchiolante scala di legno, ed era da condividere con tutti. Compreso lo spettacolo del  bidone per la carta igienica senza coperchio accanto al water per metterci la carta in disuso, altrimenti s'intasava lo scarico(sich!).
Insomma non proprio un hotel a cinque stelle ! In compenso dalla posizione dominante della mia mansarda si godeva una magnifica vista su tutta la baia.(segue)

sabato 21 giugno 2014

seguito di "Margarita's family house" viaggio in Patagonia...

Alla fine a fari accesi visto ch'era già notte, un taxi si ferma vicino a noi. . Come ci fummo seduti dentro ho capito subito il perchè Rodin prima di salire se l'era presa con tanta calma a far fotografie. Infatti alla domanda del tassista :" Donde los voy a llevar senores ?"(dove vi porto?), lui lesto e previdente avendo già prenotato in precedenza gli da l'indirizzo di un confortevole hotel che si chiama Belakamain. E io? Beh, io coglione visto le mie disponibilità finanziare dovrò accontentarmi di un proletario ostello.  Ciò deciso ci avviamo verso la parte alta della città e dopo un pò mi scaricano per primo in una strada semibuia. Subito il taxi riparte "Nos vamos a ver manana!" ( ci vediamo domani !) urla Rodin dal finestrino.
Quasi shoccato e lasciato per i cavoli miei sotto la luce di un lampione,la prima cosa che ho fatto è stato guardarmi intorno , poichè non avevo la minima idea di dove diavolo mi trovassi .C'era solo il chiarore dei lampioni e tutto il resto era avvolto nell'oscurità . Che ti venga un colpo ! Ma l'ostello dov'è !? Ah, eccolo lassù alle mie spalle abbarbicato s'una piccola altura e reso visibile da una lanterna appesa all'ingresso , hostal Cruz del Sur !(segue)

giovedì 19 giugno 2014

seguito di "Margarita's...." il viaggio in Patagonia di Mazzoli Attilio

....Per chi giunge via terra dalla Ruta 3, Ushuaia appare d'improvviso adagiata in un'ampia baia sul Canale di Beagle , contornata come una regina da oscure montagne coi  picchi innevati e i ripidi fianchi coperti di foreste che scendono fino al mare. Tra essi spicca il Monte olimpia che con la sua cresta appuntita sembra vigilare sul grandioso panorama circostante.
Quando siamo scesi dall'autobus, il sole al tramonto regalava l'ultimo saluto del giorno incuneando bagliori irridescenti tra le cime dei monti.
Sul marciapiede ,Rodin ed io rimasti per ultimi stavamo aspettando l'anima buona d'un taxi a cavalcioni dei nostri bagagli. Gli altri viaggiatori un pò alla volta s'erano già dileguati.
Ma stranamente , forse ancora sotto l'effetto dell'emozione,nessuno dei due aveva fretta .
Con l'imminente sopraggiungere della notte i lampioni lungo le strade che andavano man mano accendendosi fino alle falde dei monti disegnavano l'intera mappa della città. Tutta la baia sembrava un gigantesco presepe. " Grande!" esclamò Rodin facendo saettare il flash della sua machina fotografica .(segue)

mercoledì 18 giugno 2014

segue "Margarita's family house" Mazzoli Attilio in Patagonia

 Senza dubbio c'erano stati momenti di sconforto. Tuttavia la determinazione nel perseguire quello che consideravo l'obbiettivo principale del mio viaggio, ossia raggiungere Ushuaia nella Terra del Fuoco, non mi aveva mai abbandonato.
Certo che se invece di fare tutta questa strada, una volta raggiunta Buenos aires ,per arrivare fin qui avessi preso un aereo sarebbe stata un'altra storia !  ma un viaggio non vale per quello che è, ma come lo si fa. E nel modo che avevo scelo io, un signor Rossi qualunque, ero arrivato in questo posto ai confini del mondo più in là del quale ci sono solo isole inospitali ,scogli battuti dalle tempeste come Capo Horn e l'Antartide.
Il solo fatto di esserci riuscito perciò mi compensava dei sacrifici e al tempo stesso mi inorgogliva . Ciò che ho provato dentro di me nel raggiungere un luogo così mitico e lontano è stata una emozione indescrivibile !(segue)

martedì 17 giugno 2014

segue il mio viaggio in Patagonia descritto in "Margarita's family house"

Fuori da Rio Grande la ruta3 ci risucchia nuovamente verso un traguardo che sembra irraggiungibile.
Estese fattorie si succedono una all'altra solcate da cammini sterrati che si dileguano esaurendosi in luoghi impervi e fitte boscaglie.
Sfilano davanti ai miei occhi macchie selvose d'alberi contorti come scheletri straziati da incendi e piegati dalle bufere.
Oltrepassato il Rio Ewan la ruta svolta a ovest fino ad una biforcazione  che conduce ai magnifici paraggi del lago Yehuin. Poi riprende incalzante serpeggiando tra boschi in leggera salita fino a giungere al lago Fagnano  di 100 Km. di estensione ,chiamato dagli indigeni Kakenchow (acqua grande) . E' circondato da montagne impenetrabili incupite di foreste  e le sue acque quasi sempre sono spazzate da un vento gelido che lo percorre interamente .Sulla sua sponda orientale c'èTolhuin ,un villaggio di poche case e capanne di legno.
più innanzi passiamo nei pressi del Lago Escondido che intravvediamo dall'alto di una curva dove la strada ridiventa asfaltata e s'innerpica verso il Passo Garibaldi.
Soltanto da lassù si riesce a distinguere bene in fondo alla valle sotto di noi ,lo splendido lago nascosto e incastonato tra le scoscese e boscose falde montane.
Superato il valico si inizia a scendere rapidamente lungo impervi tornanti, mentre in prossimità della meta dentro al pullman si smania e c'è una certa euforia .  Ormai siamo alla fine di questo viaggio rocambolesco. Ai bordi della strada si vedono scorrere altarini dedicati ad una serie di Madonne come per ringraziare la buona stella del viaggiatore venuto da lontano fino a questo posto remoto. E infine l'orizzonte si spalanca ed è l'apoteosi ! Davanti a noi appare una grande baia luminosa circondata a isole e rilievi montuosi.  Di là non si va oltre. Dopo migliaia di chilometri la strada
discende ed esaurisce l'ultimo tratto del suo percorso tuffandosi in uno scenario spettacolare ! 54°46' di latitudine Ushuaia, la città alla fine del mondo ! Ce l'avevo fatta!(segue)...

lunedì 16 giugno 2014

seguitodi "Margarita's family house"overo il viaggio di Attilio Mazzoli in Patagonia

Con lo Stretto ormai alle spalle, il nostro itinerario continua ed a un bel punto passiamo davanti agli edifici della Misiòn Salesiana, dove in passato i religiosi di quest'Ordine si prendevano cura degli indigeni sopravissuti. Sotto di me sento le ruote del bus girare inarrestabili finchè ...stanco e stordito arriviamo a Rio Grande.
Fondata allo sbocco del fiume omonimo, la città si configura piatta e squadrata e con l'aspetto pionieristico tipico della Patagonia. Ciò non deve ingannare ,poichè oltre ad essere una base militare avanzata nel sud australe è anche sede di importanti industrie elettroniche e petrolifere. Inoltre è il fulcro agricolo a cui fanno capo le grandi fattorie della Terra del Fuoco.
Il suo vasto territorio comprende pianure ,montagne e splendidi e pescosi corsi d'acqua .
Dopo migliaia di chilometri sarebbe stato un luogo ideale per riposare, ma il pungolo del traguardo finale mi tormentava. Non era ancora finita ! (segue)

domenica 15 giugno 2014

"Margarita's ..." il mio viaggio in Patagonia

Sbarcati sulla riva opposta l'autobus ha ripreso a divorare l'asfalto per una cinquantina di chilometri fino alla località di Cerro Sombrero. Poi di nuovo s'è infilato in una strada polverosa invariabilmente diretto a sud ,imprigionato nell'immutabile e paranoico abbraccio della steppa. Dio ,ma quando finisce tutto questo !.?....
Dopo un lungo tratto ecco che la pianura si fa ondulata e cominciano ad apparire piccoli stagni dove si abbeverano gruppi di animali. Nessuna traccia di essere umani fino al posto di frontiera di San Sebastià dove si rientra in territorio argentino.
Con gli ultimi colpi di tosse rimuovo la polvere dai polmoni, mentre Rodin il mio vicino di viaggio mi porge solertemente il suo thermos con la sua micidiale mistura . Rifiuto. Preferisco morire d'asfissia !
Per fortuna riprendiamo la strada pavimentata ,mentre l'arida distesa si tinge poco a poco di verde. Appaiono i primi alberi e segnali d'insediamento umano . Indi isolate fattorie come l'Estancia Sara nei pressi in cui stiamo transitando. Di tutte la maggiore è l'Estancia Primera Argentina, fondata nel 1896 dallo spagnolo Menèndez.
Man mano che si avanza si entra in una zona ricca di pascoli che gli antichi abitanti chiamavano Onaisin il paese degli Onas. Gli Onas, alla pari di altre etnie indigene della Terra del Fuoco ,furono sterminati poco alla volta dai crudeli allevatori che s'impossessarono delle loro terre unitamente a una masnada d'avventurieri senza scrupoli
attirati dalla scoperta dell'oro. Il più noto fu Julius Popper che nella Penisola del Pàramo
installò il primo Lavadero de Oro .Costui con il beneplacito dei potenti allevatori e col pretesto di combatter gli indios ostili, si circondò di un vero e  proprio esercito d'avventurieri e delinquenti ,coniando addirittura una propria moneta.
Questa terra è ancora avvolta nel mistero del passato . E per chi volesse approfondire ,la sua storia drammatica sgomenta ed allo stesso tempo avvince come un libro d'avventura !(segue)

sabato 14 giugno 2014

"Margarita's family house" viaggio in Patagonia

Il ferry era una grossa e potente chiatta con la sovrastruttura divisa a metà, nel cui ventre a cielo aperto vengono imbarcati gli automezzi. Non essendoci alcun molo ,il  portellone venne calato direttamente sulla riva ghiaiosa per facilitare a tutti l'imbarco  che si svolse abbastanza rapidamente. Perciò concluse le operazioni e chiuso di nuovo il portellone d'accesso, siamo salpati per l'altra sponda.
Il punto d'attraversata è chiamato Primera Angostura, ossia un restringimento del Canale dove è più facile attraversarlo, dato che la sua larghezza è molto variabile e in alcuni posti assai ampia. Ed è proprio quì che il traghetto fa il suo servizio ogni mezz'ora tempo permettendo collegando su una distanza di cinque chilometri Punta Delgada dove ci trovavamo ,con Puerto Espora sulla sponda sud. Ho saputo però che a causa delle frequenti burrasche parecchie volte l'imbarco viene rimandato .Ed in quei casi non resta che rassegnarsi ad aspettare che il tempo migliori .Perciò noi in quel momento viste le buone condizioni, ci potevamo ritenere fortunati.
Lo Stretto di Magellano è interamente in territorio cileno e la grande isola di Terra del Fuoco risulta divisa da nord a sud quasi in due parti equivalenti tra cile e Argentina.(segue)

venerdì 13 giugno 2014

segue "Margarita's family house"racconto del mio viaggio in Patagonia

Dopo un pò, sono rientrato anch'io dentro la baracca rialzata che fungeva da bettola, al cui interno una congrega di viaggiatori ed autotrasportatori si stava ristorando riparati dal freddo.
Nel vocio generale e fra animate conversazioni ,alcuni mangiavano tramezzini al banco ed altri seduti ai tavoli consumavano un frugale pranzo in attesa di ripartire.
Acquietato a mia volta lo stomaco, mi sono messo vicino a una crepitante stufetta posizionata in un angolo e son rimasto li a riscaldarmi col suo tepore. Si stava bene.
E il vociare della gente intorno si stava trasformando in un sonnolento brusio al quale avrei voluto abbandonarmi.
Ma all'improvviso il richiamo di un acuto fischio proveniente dall'esterno provvedeva squotermi dal torpore e a richiamare l'attenzione di tutti. Il traghetto era arrivato....(segue)

giovedì 12 giugno 2014

segue "Margarita's..."i l mio viaggio in Patagonia

Ora c'era da attendere il ferry-boat che ci avrebbe portato sulla sponda opposta ossia sull'Isola Grande della Terra della Terra del Fuoco.
nell'attesa ,molti dei passeggeri del pullman sono andati a rifocilarsi e a ripararsi dal freddo dentro al ristorantino . Mentre io invece ho preferito restare ancora all'esterno nella brezza pungente del vento con lo sguardo annebbiato dalla commozione.
Sono arrivato fin qui ! mi dicevo, Lo stretto di Magellano! Un luogo che a vederlo su una mappa sembra irraggiungibile e di cui sin da bambino avevo letto gli affascinanti racconti della sua scoperta. Che viaggio bragazzi e quant'ero lontano da casa!
Pervaso da una idescrivibile emozione, mi son messo a camminare sulla riva ghiaiosa ed ho raccolto conchiglie ed ossicini di balena. In presenza d'un mare stranamente calmo data la sua cattiva fama , seguivo con lo sguardo lucido i tortuosi contorni della riva del Canale che che si perdeva in lonananza disegnando tortuosi meandri .
Mi sentivo rapito da quel panorama gravido di leggende, ostile e fosco, ma allo stesso tempo d'una bellezza inquietante e fuori dal comune. Ero assorto...come ipnotizzato.
chiuso in una bolla  e distante anni luce dal resto del mondo. Avevo la sensazione di udire le grida e rivivere il dramma dei tanti naufraghi che persero la vita in queste acque infide e tempestose. La sua scoperta la si deve a Magellano che con temeraria caparbietà lo percorse interamente fino a scoprire il passaggio tra i due oceani .
Sì, trovarmi in un posto così speciale è stata proprio una delle emozioni più intense del mio viaggio !(segue)

mercoledì 11 giugno 2014

"Margarita's family house" il mio viaggio in Patagonia.

Sbrigati i controlli burocratici ed in possesso del visto che ci autorizza a percorrere il loro territorio, finalmente i cileni ci lasciano partire. La strada ora diventa asfaltata ed inizia a filare senza che cambi nulla attraverso una zona spoglia per quaranta chilometri fino alla località fantasma di Kimiri Aike.Così m'han detto che si chiama la zona.Ma poco importa dal momento che a parte il nome ,non esiste traccia di anima viva . In compenso ci stiamo avvicinando allo Stretto di Magellano. A questo punto prendiamo uno svincolo sterrato e dopo venticinque chilometri improvvisamente a Punta Delgada ,proprio in faccia allo Stretto l'orizzonte cambia la sua esasperante tonalità per lasciar posto al chiarore di una grande via d'acqua .
Sul posto c'è una specie di tavola calda ed alcune baracche di militari che custodiscono delle antenne radar ed un faro che tutti i viaggiatori s'apprestano a fotografare....(segue)

lunedì 9 giugno 2014

segue:"margarita's family house" racconto del mio viaggio in Patagonia

....ripreso a viaggiare mi chiedo cosa guardo a fare fuori dal finestrino tanto non cambia niente . Solo l'autobus , meno comodo dei precedenti che ora percorre la Ruta 3 che si è fatta sterrata .Desolazione completasenza capire il perchè ,Pazzesco!
Do un'occhiata al mio compagno che s'è affusolato .Così non mi rompe le balle e sopratutto non mi propina quel intruglio venefico del suo thermos  che tiene in grembo stretto tra le braccia come un orsetto di peluche.
Le ore passano e sul tetto del bus c'è un maledetto lucernaio che non chiude e la polvere entra nei polmoni facendoci tossire .Bisogna pazientare perchè la tappa è ancora lunga.
Intorno è tutta steppa con isolate colline tra lequali di tanto in tanto appaiono specchi d'acqua contornati di fenicotteri ed altri volattili.
Stiamo andando in direzione dello Stretto di Magellano.....
Poco prima del confine con il Cile ,il paesaggio diventa lunare .E proprio nei pressi del Monte Aymond passiamo sulle rive della Laguna Azùl che occupa il cratere di un vulcano spento. Al posto di Frontiera ci fanno scendere per controllare i nostri documenti e perquisiscono meticolosamente il pullman coi cani poliziotto.
E' strano, come questi due popoli Argentina e Cile confinanti tra loro per migliaia di chilometri ,accumunati dalla stessa lingua e apparentemente fratelli, si puntino l'un l'altro il i fucili contro in frequenti dispute di confine. Ma è ciò che succede...(segue)


venerdì 6 giugno 2014

"Margarita's family house" viaggio in Patagonia

...Fatto sta che stando seduti gomito a gomito, lui (Rodin) ogni volta che si attaccava al thermos per bere un goccio, l'offriva anche a me . Io però di quella porcheria non ne volevo proprio sapere, e allora lui cadendo dalle nuvole faceva lo spiritoso:
"Guarda.....un italiano che rifiuta il vino !?"
"Diavolo d'un Rodin -replicavo-ma non senti che a forza di sbatterlo di qua e di là è diventato aceto ?! Il vino mio caro è come una creatura e va trattato con estremo riguardo ! Te lo dice un buon italiano !"
Parole sprecate. Quando non ce n'era più faceva il pieno e seguitava a bere quella porcheria che per lui era un nettare ! Conclusione: siamo diventati grandi amici. C' intendavamo in lingua spagnola e la sua compagnia mi è stata utile in più di una occasione. Insieme a questo tizio così originale ho trascorso piacevolmente un tratto del mio viaggio e grazie a lui ho riacquistato il buonumore.( segue)..

segue "Margarita's..." (mio viaggio in Patagonia)

...Sinora acquistando il biglietto dei bus, avevo cercato sempre un numero che mi desse la possibilità di sedermi dal lato del finestrino. Questo perchè non volevo assolutamente perdermi nessuna immagine e poter vedere i panorami all'esterno. Infatti per lunghe ore restavo incollato al vetro e di dormire nemmeno se ne parlava. Preferivo farlo nelle ore notturne quando fuori era buio pesto ed allora rallentata la tensione mi rilassavo cadendo presto nelle braccia di Morfeo.
Bene, in partenza da Rio Gallegos ,quando stavo per sedermi all'interno del pullman trovo il mio posto occupato :
"Guardi che quel posto è mio !" sbotto.
" No es verdad senor, guardi bene il numero nel suo biglietto !"
Infatti.... aveva ragione lui,Rodin , un occhialuto romeno sulla quarantina , ingeniere elettronico con cittadinanza tedesca residente in Svizzera. Un tipo alla Robin Williams. E'stato così che ci siam conosciuti.
Che cavolo ci faceva da quelle parti ? Stanco dell'Europa girava l'Argentina in cerca d'un luogo per avviare una sua attività che non ho mai saputo cos'era.
Colto, educato, multilingue, portava in testa uno sgualcito berretto da pescatore a coprirgli una prematura calvizie.
Si spostava da un luogo all'altro trainando un trolley nero scrupolosamente protetto e custodito in una guaina dello stesso colore. In una sacca a parte teneva l'inseparabile thermos con del vino nero ...il ché stonava non poco col suo aspetto da intellettuale. Oh, sia chiaro ! Non era un ubriacone, anzi, era moderato tanto nel bere come nel mangiare .Forse con tale comportamento voleva assomigliare al famoso viaggiatore del passato Bruce Chatwin, che durante il suo vagabondare in Patagonia era solito bere un sorso di buon vino argentino.(segue)

martedì 3 giugno 2014

"Margarita's family house" il mio viaggio in Patagonia

...In questo genere di viaggi ci si imbatte nei tipi più strani e stravaganti . Una umanità eterogenea che proverò a descrivere riassumendoli brevemente :
L'esperto: meticolosamente organizzato, dà del tu al computer, naviga in internet e sa sempre ogni cosa prima degli altri.
L'imbranato :come me per esempio. Che pur disponendo di una mappa va in giro a rompere le scatole al prossimo facendo un gran mucchio di domande .
Il rambo :che sembra essere perennemente in missione speciale, palestrato , tatuato, rapato a zero e con l'immancabile orecchino .
L'Indiana Jones che scruta compassionevole gli altri ostentando il suo zaino consunto tappezzato di adesivi
di tutto il mondo.
L' hippy, copia malriuscita del viaggiatore Anni Sessanta ,trasandato , a volte anche un pò pidocchioso ,che in autobus appoggia i piedi sporchi sul sedile di chi sta davanti come per dire "me ne sbatto di tutti".
Quello col piercing sulla lingua .Masochista e sofferente che parla balbettando e quando mangia sembra debba vomitare da un momento all'altro.
Infine, e sono tantissimi, coloro che viaggiano con scarsi mezzi economici ed il badget ridotto all'osso. Si portano dietro il sacco a pelo e vanno avanti tirando la cinghia . Gente veramente lodevole !
Ad un'altro pianeta invece, appartengono quelli che si limitano a visitare i luoghi più noti spostandosi comodamente in aereo con valigie firmate e trolley antifurto che sembrano fabbricati dalla N.A.S.A (l'Ente Spaziale Americano). Questi turisti modello accuratamente vestiti  di solito prendono alloggio in alberghi di prima categoria ed aspettano senza la minima preoccupazione che le loro guide li vengano a prendere come i bambini all'asilo. Dopodiché, sempre accompagnati dal tour operator che gli fa da balia, se ne tornano a casa freschi e pimpanti come anziché essere stati in Patagonia ,avessero trascorso un week-end a Parigi.
Il Signore abbia pietà di loro !........(segue)


domenica 1 giugno 2014

segue mio viaggio in Patagonia...

Il giorno precedente la mia partenza da Rio Gallegos, alle dieci di sera ero già coricato nel mio letto coi vestiti addosso ed il bagaglio pronto vicino all'uscio. L'indomani avrei dovuto alzarmi presto per non perdere l'autobus per la Terra del Fuoco. Pur contando le pecorelle ,la notte dovuto all'ansia, l'ho trascorsa in bianco.
rimediando due occhiaie come fanali di bicicletta.
Sopraggiunta l'alba, dopo una frugale colazione mi son caricato il mio fardello sulle spalle e sono uscito all'aria libera. Si va !...Chiamo un taxi e raggiungo la stazione dei bus.
Tutto intorno una folla di viaggiatori cingeva d'assedio il terminal come fosse Forte Alamos .
Ognuno a modo proprio trascorreva l'attesa nelle più svariate posizioni : chi in piedi, chi steso sullo zaino e chi malconcio sdraiato sul pavimento. Tutti però contagiati da un'unica  malattia : andare, partire verso una meta ! Fra di essi c'era anche un gruppo di peruviani diretti a lavorare a Rio Grande .Pensate quanta strada avevano fatto quei poveretti ...
A un certo punto in mezzo alla folla si alza un maturo signore che a voce alta  e ritto s'una sedia ha incominciato a parlare di Dio e della sua misericordia. Molti dei presenti non comprendendone la lingua non lo stavano nemmeno a sentire, altri considerandolo un pò strambo sorridevano con ironia.
Personalmente quell'originale predicatore mi ha impressionato per il coraggio ed il fervore con cui manifestava la sua fede .(segue).